venerdì 28 novembre 2008

Il sondaggio

Apro una parentesi per fare una cosa che fino ad ora non avevo mai fatto, ovvero comunicare il risultato del sondaggio che ho proposto e che si é chiuso da pochi giorni.
Il sondaggio chiedeva:

Nei primi 3 mesi di gravidanza sei:
- Terrorizzata di avere un aborto spontaneo
- Serena, sarà quel che sarà
- Sicura che tutto andrà bene
- Spensierata

E' risultato che il 70% di voi é Terrorizzata di avere un aborto spontaneo, il 20% é Sicura che tutto andrà bene, il 10% é Serena e sarà quel che sarà e Nessuna (0%) è spensierata.

Il nuovo sondaggio é aperto, lo trovate qui a destra.

giovedì 27 novembre 2008

Il sollievo

Quando arrivai in pronto soccorso, mi fecero attendere una buona mezz'ora. Credevo di abortire in sala d'aspetto ed ero disperata.
Quando mi chiamarono, i due medici di turno misero subito le mani avanti dicendo chiaramente "Si ricordi che finchè c'è il battito noi non possiamo fare niente". Panico. Immaginai il feto appeso a un brandello di placenta con il cuoricino che batteva ancora e loro che mi rimandavano a casa. Un'immagine orribile che in quel momento mi fece sperare che il suo cuoricino non battesse più. Tremavo sul lettino.
Ebbi però subito modo di sentirmi in colpa per questo pensiero, perché dall'eco invece risultò tutto come nella scorsa visita al pronto soccorso, e cioé il bimbo stava benissimo, nonostante il solito distacco. Tra l'altro il bimbo era agitatissimo e si rigirava come una trottola, probabilmente perché mi sentiva tremante e spaventata.
Quel grumo che avevo visto non era nient'altro che un coagulo di sangue, e la dottoressa mi spiegò chiaramente che un aborto spontaneo, soprattutto in un periodo avanzato come quello nel quale mi trovavo io, avrebbe prodotto una cascata di sangue e gurmi grossi quasi come arance, altro che il filamento lungo e stretto di 4-5 cm che era uscito a me.

Tornai a casa spossata ma sollevata e decsa ad incontrare la ginecologa il giorno seguente per avere tutti i chiarimenti di cui avevo bisogno.

Era il 4 novembre. Andai al colloquio informativo per il Bi-Test, dove spiegarono a tutte che si trattava di un esame non invasivo costituito da un'ecografia, chiamata Translucenza nucale, dove venivano prese diverse misure del bambino (spessore della testa, lunghezza dell'osso nasale ecc.) e da un prelievo del sangue. I risultati di questi esami venivano messi insieme per calcolare con degli algoritmi le possibilità che il bambino potesse avere delle malattie genetiche quali appunto la Sindrome di Down (la più conosciuta), sottolineando che comunque il risultato non sarebbe stato certo al 100%. Per un risultato certo avremmo dovuto fare Amniocentesi o Villocentesi, i quali però sono esami invasivi non esenti da pericoli (1% di abortività).
Finito il colloquio e confermato il mio Bi-Test per il 6 novembre, telefonai alla ginecologa nella speranza di poterla vedere subito lì in ospedale. E così fu.

Finalmente mi visitò, insieme a un'altra dottoressa. In vagina c'era poco sangue vecchio che non destava preoccupazione e dall'ecografia il distacco risultò non poi così grave: 1) non era un distacco della placenta ma un distacco della sacca che contiene il bambino dalla parte del liquido amniotico e 2) a suo parere non era un distacco poi così ampio.
Parlammo a lungo. Da un lato mi rassicurò, ridimensionando il tutto e affermando con convinzione che in questo caso un'interruzione di gravidanza sarebbe stata un vero delitto. Dall'altro, nonostante la buona possibilità di guarigione, non potè escludere la possibilità che il distacco potesse ampliarsi e far venire giù tutto.
Mi consigliò di prendere gli ovuli di progesterone per via vaginale allo scopo di scongiurare eventuali contrazioni che potessero aggravare il distacco, sentendo prima il parere del mio oculista a causa degli effetti collaterali del farmaco e dei miei gravi problemi alle retine.

Questa é la situazione in cui mi trovo ancora adesso, alla 15° settimana di gravidanza.
La prossima volta proseguirò il racconto parlando del Bi-Test.

Continua...

giovedì 20 novembre 2008

Devo continuare a raccontare

Questa mattina ho trovato un bel commento sul post di ieri, un affettuoso messaggio di Chiara che mi ha ricordato il perché ho aperto questo blog: non solo per me, ma anche per voi e per tutte le donne che affrontano piccoli e grandi problemi nella speranza di realizzare il sogno di avere un figlio.
Chiara mi ha ricordato che condividere le esperienze é utile e importante. Per questo, nonostante mi pesi ripercorrere alcune brutte esperienze avute nei giorni scorsi, mi sento in dovere di continuare a raccontare.

Eravamo rimaste al fibroma che mi avevano diagnosticato in pronto soccorso. Bene, dimenticatelo, nel senso che se davvero esiste é talmente minuscolo da essere insignificante, e comunque é impoobabile che il sangue provenga da lì, esattamente come mi aveva detto la ginecologa. Tra l'altro le due dottoresse che mi hanno visitata quel giorno, sono andate a scovare un minuscolo fibroma dietro alla placenta senza accorgersi del mio bel distacco amniocoriale, tant'é che quando, finita la visita, gli ho fatto presente il distacco, sono sobbalzate balbettando che a loro era sembrato tutto ben attaccato.
Falso ovviamente, le due dottoresse hanno toppato, ma per qualche giorno mi sono illusa che il distacco non ci fosse più.

Il 1° novembre, manco a farlo apposta il giorno dei Morti, altra perdita abbondante e pronto soccorso.
Mi visita un uomo, il quale mi chiede se il sangue é rosso vivo o scuro e si fida del mio "rosso vivo" incerto, senza assicurarsene. Mi fa sdraiare sul lettino per l'eco e la prima cosa che mi dice é: "La buona notizia é che il cuoricino batte, io credevo di trovarlo morto... La cattiva notizia é che c'é un'ampia area di distacco della sacca che racchiude il bambino".
Analizziamo un attimo insieme queste due affermazioni. Vi rendete conto di cosa mi é stato detto? "Io credevo di trovarlo morto": riuscite anche solo a immaginare lontanamente come mi sia sentita?
Poi "un'ampia area di distacco", seguita da una lunga spiegazione di quello che avrebbe voluto dire, ovvero quasi certamente il crollo di tutto quanto e quindi la perdita del bambino. Disperazione.

Con fatica ho atteso il lunedì per telefonare alla ginecologa, la quale sentendomi disperata e in lacrime, ha ipotizzato qualcosa di ancora più grave, minando così pericolosamente il mio equilibrio psicologico già messo a dura prova.
La mia ginecologa, infatti, pensava a un distacco della placenta, situazione assai più grave del mio distacco amniocoriale, in quanto il distacco placentare mette in pericolo il feto che proprio grazie alla placenta si nutre e respira. Pensando a un ampio distacco della placenta, mi ha messo sul piatto gli ultimi 3 giorni che avevo a disposizione per decidere un'interruzione volontaria della gravidanza. Figuratevi io! Una proposta che mi ha fatta sprofondare nel peggiore dei pessimismi, dandomi nel modo più crudele possibile la misura della gravità della situazione. Ma nonostante questo ho subito rifiutato, accettando di passare momenti difficilissimi e drammatici pur di tentare in tutti i modi di avere il mio bambino.
Fortunatamente il giorno dopo dovevo andare in Mangiagalli per il colloquio informativo sul Bi-Test, così sono rimasta con la ginecologa che le avrei telefonato per tentare di incontrarci.
Nel frattempo però quella che passai fu la giornata più terribile della mia vita, torturata dall'angoscia (non ho smesso un attimo di piangere), ma soprattutto ulteriormente colpita da una brutta perdita di sangue.
Infatti quella sera, proprio mentre io e il mio compagno piangevamo avviliti per la sfortunata situazione e per il bimbo che eravamo sempre meno certi di poter avere, ho sentito una specie di strappo all'utero, come se qualcosa si fosse improvvisamente staccato. Sono andata in bagno e... sulla carta igienica mi é rimasto un grumo lungo circa 4 cm che mi ha subito fatto credere al peggio. Ero convinta che stesse venendo giù tutto, che quello fosse un pezzo di placenta o qualcosa del genere.
Piangevo e tremavo ma ho trovato la forza di scuotere il mio compagno che stava cadendo nella disperazione e nel panico. Dovevamo andare in pronto soccorso e lui doveva cercare di mantenere la calma per guidare.
Sentivo il sangue colare nell'assorbente, immaginandomi pezzi di placenta, di sacca e del mio bambino nelle mutande pronti a riversarsi ai miei piedi. Ma con mia grande sorpresa, nonostante questo bambino sia la cosa che desidero di più al mondo, mi sono ritrovata a urlare "Meglio adesso che dopo. E io non smetterò mai di provarci! Mai!!!".

Continua...


mercoledì 19 novembre 2008

13+6

Miracolosamente io e il mio panciotto siamo ancora qui. Sempre costretti a stare sdraiati e ad annoiarci ma siamo ancora qui.
Presto riprenderò a raccontare, ormai mi sento meglio psicologicamente.

lunedì 10 novembre 2008

12+4...

Finalmente trovo la forza di mettermi un momento al computer... Ho passato dei giorni terribili ma ora sto un po' meglio.
Il bimbo sta bene ma il distacco amniocoriale c'é ancora.
Dopo alcuni preoccupanti sfoghi dei giorni scorsi, il sangue sembra darmi un attimo di tregua. Spero davvero che ora tutto si sistemerà, anche se i medici non hanno potuto assicurarmelo e resto ancora in minaccia di aborto.
Pensavo e speravo che superare il primo trimestre mi avrebbe fatto tirare un sospiro di sollievo, e invece... sono nella stessa situazione di prima.

Sono successe tante cose in queste 2 settimane che non ho scritto ma ancora non me la sento di raccontarle. Volevo solo dirvi che per il momento va abbastanza bene e che il mio bambino c'é ancora.
A presto...