venerdì 20 giugno 2008

Un pensiero flash prima di continuare

Sono giorni che cerco il tempo di continuare questo racconto e giorni che trovo mille scuse per non farlo.
Non so il perché. Forse è solo una difesa, l'istinto di lasciare alle spalle l'incertezza e le difficoltà che ora lentamente si dissolvono.
Come i tatuaggi dei chewingum che mi facevo da piccola. Ancore da marinaio, cuori trafitti, teschi da pirata cancellati dal mare, dalla sabbia e dal sudore.
Tornare bambina dopo essere stata capitano di fregata, galeotto e bucaniere.
Bello ma non meno spaventoso.


sabato 7 giugno 2008

I preparativi


Il giorno degli esami pre ricovero, mi avevano rilasciato un foglio con tutte le modalità di accesso e ciò che avrei dovuto fare a casa prima di presentarmi in ospedale.

Alle ore 11 del giorno prestabilito (nel mio caso il 12 maggio), dovevo presentarmi in Mangiagalli, scala D, 3° piano, Reparto di Suor Giovanna, con i documenti principali in originale e in fotocopia (carta d'identità, codice fiscale e tessera sanitaria) ma soprattutto con il pube già completamente depilato.
Dovendo fare anche la laparoscopia per la cisti dermoide, tre giorni prima del ricovero dovevo seguire una dieta priva di scorie, vale a dire priva di fibre vegetali. Quindi niente pane, pasta, riso, frutta, verdura, patate, legumi.
Inoltre, la mattina del ricovero (quindi la mattina del 12 maggio) dovevo eseguire due perette per liberare l'intestino.

Per prima cosa dunque, cominciai con la dieta. Tre giorni prima del ricovero esclusi tutti i cereali, la frutta, la verdura e i legumi, cosa per niente facile per una vegetariana come me.
Per 3 giorni mangiai solo: uova, formaggio, latte, yogurt e gelato.
Se non fossi stata vegetariana avrei potuto mangiare anche il pesce e la carne, ma, aihmè, la mia scelta dà i suoi problemi in questi casi.
Comunque si trattò solo di 3 giorni e me la cavai egregiamente.

In ospedale ebbi modo di constatare che molte mie compagne di reparto avevano sottovalutato l'importanza di questa dieta. In realtà è molto importante seguirla alla lettera. Il perché lo si scopre solo dopo l'operazione, quando la pancia è talmente gonfia e piena d'aria da farti soffrire le pene dell'inferno.
La dieta preparatoria serve, oltre a facilitare il lavoro del chirurgo, anche a diminuire questo disagio, che altrimenti sarebbe terribile da sopportare. E infatti... Le donne che non avevano seguito alla lettera la dieta, ebbero seri problemi.

La depilazione completa del pube si rivelò subito un dramma per me. Non l'avevo mai fatta e non sapevo nemmeno da dove cominciare.
Indecisa addirittura sulla modalità (crema, rasoio o epilatore), chiesi consiglio a un'amica estetista. E menomale che lo feci.
Infatti mi consigliò di depilarmi la sera prima del ricovero, di usare il rasio tradizionale, quello usa e getta
per le donne, e di applicare subito dopo, su tutta la parte, la Pasta di Fissan.
Usare il rasoio sul pube fu una delle operazioni più brutte, soprattutto considerato che i peli andavano tolti tutti, anche quelli più vicini alla parte intima, sulle piccole labbra. La paura di ferirmi era grande e mi fece sudare freddo fino alla fine.
Dovetti usare uno specchio e puntare una luce portatile sulla parte più nascosta.
Quel rasoio sulla pelle delicata fu una vera tortura.

Com'è possibile che tante donne lo facciano regolarmente, di loro spontanea volontà, per questioni estetiche o per far piacere ai propri partner? E' una cosa orribile, innaturale, dolorosa. E penso sinceramente che gli uomini che pretendono dalle loro partner la depilazione completa del pube, tra l'altro per seguire una moda lanciata dalle pornostar, siano solo dei grandi egoisti.

Finita la tortura, applicai una quantità piuttosto massiccia di Pasta di Fissan, e la spalmai nuovamente su tutta la zona prima di andare a dormire.

La mattina dopo, giorno del ricovero, mi alzai presto, alle 6, per fare la prima peretta.
Usai Clisma Lax.
A distanza di circa 1 ora feci la seconda, ma la peretta continuò il suo effetto fino a pochi minuti prima di uscire (per essere in ospedale alle 11). Avrei dovuto fare la prima peretta almeno alle 5 del mattino per non avere problemi, ma purtroppo così non feci e, per sicurezza, dovetti mettermi un bel pannolone per evitare di farmela addosso per strada.

Inoltre, se mai mi dovesse ricapitare un'operazione simile, di certo farei 3 perette invece di 2, perché liberarsi completamente è veramente fondamentale, non solo per l'intervento ma anche per il dopo.

Fui invece piuttosto soddisfatta di come feci la valigia. Mi portai quasi tutto ciò che mi sarebbe servito.
Dico quasi perché feci 1 solo errore: quello di portarmi un'unica camicia da notte, non pensando che avrei potuto sporcarla di sangue, come in effetti avvenne.
La valigia perfetta per questo ricovero contiene:
1 accappatoio: la mattina dell'intervento va fatta la doccia, che solitamente si trova nei servizi comuni. L'accappatoio è utilissimo, più di un asciugamano, perché consente di recarsi in doccia completamente nude ma ben coperte durante il passaggio in corridoio.
1 paio di ciabatte di plastica, di quelle da mare: indispensabili per fare la doccia.
1 paio di ciabatte da camera
2 camicie da notte (di cotone o di seta): è molto probabile che una si macchi di sangue dopo l'intervento, e andare in giro per l'ospedale imbrattate di sangue non è il massimo.
1 paio di calzine di cotone
1 pacchetto di assorbenti: dopo l'intervento si sanguina abbondantemente e i pannoloni forniti dall'ospedale sono solitamente scomodissimi. Non si fissano sulle mutande lasciando spesso fuoriuscire comunque il flusso.
Diversi pacchetti di fazzoletti di carta (almeno 5): spesso non c'è la carta igienica nei bagni.
5-6 paia di mutande, di cui almeno 4 molto comode (tipo le no stress di Pompea) e dalla vita alta, meglio ancora se short o coulotte: qualsiasi altro tipo di mutanda non è indicato. I buchi o i tagli dell'intervento si trovano in punti fastidiosi e avere gli elastici delle mutande sopra di essi può risultare doloroso. Idem per quanto riguarda mutande troppo strette.
1 doccia schiuma delicato utilizzabile anche come detergente intimo: l'ideale è un prodotto come il Detergente corpo e parti intime di Fissan Baby, utile per la doccia, mani e viso, e per i ripetuti lavaggi delle parti intime.
1 confezione di salviettine intime o per bambini: indispensabili per le ripetute sedute in bagno causate da perette o lassativi (il giorno del ricovero se ne fa uso per liberare ulteriormente l'intestino).
1 asciugamano per le mani
1 asciugamano ospite per le parti intime
1 spazzolino da viaggio con dentifricio
1 contenitore per lenti a contatto, con liquido conservante e goccie per gli occhi (per chi porta le lenti a contatto)e occhiali da vista: il giorno dell'intervento non si può andare in sala operatoria con le lenti a contatto.
1 pettine o 1 spazzola
1 libro e/o 1 lettore mp3: se non si crea un certo feeling con la compagna di stanza o con le altre degenti, la permanenza in ospedale, anche se breve, può risultare noiosa. Inoltre, leggere o ascoltare musica serve per distrarsi e rilassarsi.
1 cellulare
Monetine per la macchina del caffè
1 tazza: utile per bere tè e altre bevande. Spesso in ospedale scarseggiano i bicchieri di plastica
1 cucchiaino
Qualche bustina di zucchero: non sempre lo danno in ospedale
Qualche confezione mono-dose di miele: il digiuno forzato rende indispensabile il miele per rimanere in forze.
1 litro d'acqua (solo se nessuno può portarvela la sera del giorno del ricovero): infatti il giorno prima dell'intervento vanno bevuti almeno 2 litri d'acqua. L'ospedale solitamente ne fornisce solo 1.
Io poi, portai anche la scatola di Danatrol (la terapia che mi avano dato per preparare l'utero all'operazione), per prendere l'ultima maledetta pastiglia la sera prima dell'intervento.

Altrettanto importante è decidere come vestirsi per andare in ospedale, perché quelli saranno anche gli indumenti da indossare il giorno delle dimissioni.
I pantaloni sono altamente sconsigliati, impossibile allacciarli a causa delle ferite e del gonfiore. L'ideale è un vestito senza cuciture in vita, di quelli con l'elastico appena sotto il seno che cadono morbidi sul resto del corpo.
Scarpe basse e comode sono indispensabili per non risentire troppo dell'instabilità, della debolezza e del dolore.

Insomma, feci tutto questo e mi presentai alla Mangiagalli, tesa come le corde di un violino.

Continua...