sabato 10 maggio 2008

L'attesa della pecora nera


Andai al colloquio con l'anestesista. Come al solito il corridoio era pieno zeppo di pancione.
Mi misi in fondo, da sola, per non incontrare i loro sguardi ma purtroppo non servì a nulla.
Infatti le pancione chiacchieravano fra di loro facendo una gran caciara e spesso buttavano l'occhio dalla mia parte, inquiete e sospettose.
Quando poi si avvicinò il mio turno e mi misi a sedere fra le ultime rimaste, percepii chiaramente la tensione. Mi sentii come la pecora nera e nell'aria c'era tanta ma tanta superstizione e ignoranza.
Ebbi la certezza, dai movimenti rigidi di quelle donne, dai loro sussulti quando mi sedetti accanto a loro, che fossero convinte che portassi sfortuna. E non penso fosse solo perché tendenzialmente vestivo di nero o per la mia borsetta coi teschi ma per la mia pancia piatta, che faceva scaturire in loro sempre la solita domanda "Ma questa cosa ci fa qui? Perché è in mezzo a noi?".

Il colloquio durò pochissimo e me ne tornai a casa depressa come non mai. Anche arrabbiata però, perché non mi sembrava davvero giusto dover subire queste discriminazioni. Infondo io avevo un problema. E loro che ne sapevano di cosa volesse dire avere una malformazione all'utero, rischiare di perdere un ovaio e non avere la certezza di potere avere figli? Loro erano NORMALI. E io solo una porta sfiga.

Telefonai alla ginecologa per avvertirla che avevo fatto gli esami e mi informò che la durata (di quegli esami) era di un mese e che l'ospedale sarebbe stato obbligato per legge a operarmi entro un mese.
Quindi, secondo quanto mi aveva appena detto la dottoressa, entro il 2 maggio sarei stata operata. E cominciai a prepararmi psicologicamente, nonché a portarmi avanti febbrilmente col lavoro.

Arrivarono le mestruazioni. Le ultime che avrei avuto sotto pillola (almeno per un po'). Infatti il primo giorno di mestruazioni dovetti iniziare la terapia con il Danatrol (per preparare l'utero all'operazione) e la pillola anti concezionale non era ammessa.
Le pastiglie di Danatrol si rivelarono subito terribili. Mi fecero stare male per diversi giorni con nausea, giramenti di testa e strane sensazioni.
Dopo circa 1 settimana il mio corpo cominciò ad abituarsi ma in compenso presero a sbucarmi dei brufoli in faccia (anche questi previsti negli effetti indesiderati e collaterali del medicinale).

In un batter d'occhio si avvicinò il ponte del 25 aprile e l'ospedale ancora non si era fatto sentire.
Così chiamai la ginecologa per chiederle cosa potevo fare, dato che gli esami pre ricovero stavano per scadere e in mezzo c'erano i ponti del 25 aprile e del 1° maggio.
Mi diede il numero di telefono della responsabile dei ricoveri e subito chiamai per tentare di avere informazioni.
Riuscii a palare con chi di competenza ma intesi subito il caos regnante in quel momento. Mi disse che stavano ancora preparando le liste, che al momento non sapeva dirmi nulla e mi invitò a richiamare nel pomeriggio.
Telefonai alle 16 e scoprii che il "pomeriggio" per loro erano le 14, nel senso che la signora se n'era già andata da un pezzo, alle 14 appunto, e l'infermiera che mi rispose mi consigliò di richiamare la mattina seguente.
Il giorno dopo telefonai alle 9 e scoprii che la persona che stavo cercando era appena partita per le vacanze (era il 24 aprile) e che sarebbe tornata il 5 maggio.
Cercai di far capire all'infermiera le mie preoccupazioni: gli esami pre ricovero stavano per scadere, le due scatole di Danatrol che mi avevano prescritto stavano per finire e io avevo bisogno di sapere qualcosa, le loro intenzioni.
La signorina fu molto comprensiva e mi invitò a chiamare più tardi, alle 11. Pensando di rassicurarmi aggiunse anche che gli esami pre ricovero non avevano 1 mese di scadenza, bensì 3 e che quindi non dovevo preoccuparmi.
Ovviamente mi crollò una tegola in testa. Avrebbero potuto operarmi anche a giugno dunque! Lo sconforto si fece strada dentro di me.
Quando richiamai, alle 11, mi rispose un'altra infermiera che si dimostrò tutt'altro che comprensiva. Tagliò corto e con rimprovero mi disse di richiamare dopo il 5 maggio, quando la responsabile sarebbe tornata dalle ferie.
Cominciò la mia estenuante attesa.

Continua...

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