giovedì 27 marzo 2008

Il secondo errore e il panico


Entrai dalla ginecologa piena di preoccupazioni e purtroppo ne uscii ancora più preoccupata.
Infatti, le mostrai subito il risultato della Risonanza Magnetica pregandola di visionare il CD-Rom che mi avevano dato al San Raffaele.
Già quando lesse il referto, sussultò e restò sorpresa per la cisti dermoide all'ovaio, ma pensai che fosse comprensibile, in fondo un medico non poteva ricordarsi proprio di tutti i suoi pazienti.
Cominciai ad avere dei dubbi sulla sua professionalità quando vidi che aveva grosse difficoltà nell'ispezionare il Cd-Rom della RMN.
Certo anch'io avevo constatato, provando a capirci qualcosa a casa, che l'utilizzo del disco non era proprio intuitivo, ma di certo non mi aspettavo che la ginecologa si sarebbe trovata ancora più in difficoltà di me.
Cercai di aiutarla e in effetti riuscì a vedere qualcosa in più, ma si scoraggiò abbastanza in fretta e alla fine volle dare per buono quello che c'era scritto sul referto, il che voleva dire che per quanto riguardava l'utero, per lei "setto muscolare completo" era sinonimo di non operabile.

Sinceramente, questa diagnosi presa per buona, senza nemmeno visionare bene le immagini dell'utero, mi lasciò perplessa e comprensibilmente dubbiosa.
Ma poi tutta la visita si concentrò sulla cisti dermoide, e vista la serietà della situazione, lasciai l'utero in secondo piano.

Infatti, sulla RMN era segnata una cisti dermoide delle dimensioni di circa 3 cm, mentre dall'ecografia interna che mi fece la ginecologa, risultò almeno di 4 cm.
I casi erano 2: o la cisti era cresciuta di 1 cm nel giro di 1 mese, oppure la RMN non era riuscita a vederla tutta in quanto composta da masse organiche diverse (grasso, acqua ecc.)

Mi disse che avrei potuto affrontare la cosa in 2 modi: 1) Non operandomi, tenendo la cisti sotto controllo e provando subito ad avere un figlio 2) Operandomi, col rischio in entrambi i casi di perdere l'ovaio.

Purtroppo però dovetti ricordarle io che con la mia malformazione all'utero il discorso gravidanza non era né così facile né così immediato. Avrei potuto dover affrontare diversi aborti o comunque diversi tentativi di gravidanza a vuoto, e non ero affatto sicura che nel frattempo la cisti non sarebbe cresciuta. Insomma mi sembrava una scelta pericolosa che avrebbe potuto davvero farmi perdere l'ovaio oltre che affrontare possibili sofferenze.
Ovviamente mi dette ragione e quindi mi consigliò l'operazione.

Le chiesi se era chirurgo e mi rispose di sì, dicendomi che mi avrebbe operata lei all'Humanitas.
Io però non avevo mai sentito parlare di questo ospedale... E subito mi preoccupai, perché quando ci si deve operare ovviamente non ci si mette nelle mani del primo che capita.
Mi disse di pensarci una settimana se volevo, e che una volta deciso avrebbe potuto mettermi in lista all'Humanitas per l'operazione, con un'attesa di circa un mese.
Mi prescrisse anche degli esami del sangue da fare, specifici per le cisti.

Quando tornai a casa cercai subito di documentarmi sull'ospedale tramite Internet, ma ovviamente il sito dell'Humanitas non poteva certo parlare male di se stesso.
Lessi attentamente tutti i vanti della struttura e dei suoi medici, effettivamente rassicuranti, ma cercai di informarmi anche tramite amici e parenti e soprattutto chiedendo al mio medico curante.
Amici e parenti ne avevano tutti sentito parlare un gran bene ma nessuno di loro ci era mai stato o si era mai fatto curare o operare lì, il medico curante di mia mamma lo dipinse come un ospedale eccellente, mi mancava solo il parere del mio medico, ma ormai ero quasi certa che mi sarei operata lì.

Purtroppo il mio medico fu lapidario: "No, le sconsiglio l'Humanitas".
Ma come? Tutti me ne avevano parlato bene... Come mai lui me lo sconsigliava?
Mi disse che una volta fose era un buon ospedale ma che ora come ora non se la sentiva proprio di consigliarmelo. Mi disse di rivolgermi alla Mangiagalli, perché l'ospedale di Milano con i migliori reparti di ginecologia. Purtroppo però questo avrebbe voluto dire attendere una visita ginecologica che avrei ottenuto chissà quando (con la mutua è così) ed essere qundi operata chissà fra quanti mesi.

Fu una vera mazzata, ma soprattutto andai in panico. Aspettare tanto poteva davvero voler dire perdere l'ovaio, e a chi potevo rivolgermi?

Maledissi il giorno in cui avevo cercato la ginecologa sulle Pagine Gialle senza dare ascolto al mio medico, che già allora mi aveva consigliato la Mangiagalli.
Non sapevo davvero più cosa fare: operarmi subito all'Humanitas senza certezze professionali o attendere chissà quanto alla Mangiagalli, aumentando il rischio di perdere l'ovaio ma con la certezza di essere in buone mani?
Mi sentii persa e pervasa dal panico totale.

Continua...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao carissima, ho appena letto il tuo ultimo messaggio e mi chiedevo, alla luce di tutte le traversie che hai raccontato, il perchè del tuo nick, quello che usi nel forum dove ti ho conosciuto; confesso che mi ha sempre lasciato perplessa e probabilmente non ha un'origine così cerebrale come quella che mi ha attraversato la mente mentre leggevo.
Soffrendo insieme a te per i tuoi problemi e sentendo attraverso ciò che hai scritto il senso di impotenza di chi deve affidarsi, di chi sente il suo destino in mani altrui, ho pensato che tu avessi scelto questo nick come atto di ribellione, come testimonianza di una donna che non si arrende a un destino pronunciato da altri, che non vuol essere burattino, ma vuole reggere i fili del proprio destino e della sua felicità. Non so se hai pensato a tutto questo quando hai scelto il tuo nick, ma mi piace pensarlo... Ti abbraccio, Bradamante.

VolevosololaLuna ha detto...

Ciao! :-)
In effetti il nick che ho scelto ha anche questo significato ma, come spesso accade, non l'unico.
Infatti mi piacciono molto i burattini, e ammiro quei pochi burattinai ancora in circolazione, soprattutto quelli di strada.
Il burattinaio è un personaggio che mi ha sempre affascinata, che ho sempre idealizzato come un romantico pieno di poesia e di sogni.
E proprio questa grande fantasia e capacità di sognare anche in età adulta mi hanno sempre scaldato il cuore, come anche la missione di stupire, far divertire e far sognare i bambini.
Mi sono sempre immaginata questi burattinai però alla fine molto soli, trovare conforto, amicizia e compagnia solo dai loro burattini, fare discorsi con loro stessi dando voce ai propri pupazzi.
Insomma una visione romantica e malinconica al tempo stesso che mi rispecchia molto nel profondo :-)
Anche perché, per quanto si possa avere accanto familiari ed amici molto cari, nei momenti difficili siamo sempre e comunque soli (un po' come si dice per la morte).
Spero che questa spiegazione non ti abbia delusa :-)
Ciao!